Fulvio Leoncini è nato a Empoli (FI) nel 1960, ma vive e lavora a Santa Croce sull´Arno (Pisa).
Diplomato all’Istituto Statale d’Arte di Cascina (Pisa), ha iniziato l’attività espositiva nel 1978.
Nel 1998 riprende lo studio delle tecniche d’incisione e partecipa all’attività del Laboratorio d’Incisione di Villa Pacchiani.
Nel 2000 è tra i fondatori della Compagnia dei Liberi Incisori e Varia Umanità a Santa Croce sull’Arno.
Nel 2003 viene inserito nel progetto multimediale Terre del Rinascimento, curato da Silvia Bottinelli per il Museo Leonardiano di Vinci.
Ha partecipato ad oltre 40 esposizioni, sia individuali che collettive, guadagnando numerosi riconoscimenti critici.
Da sempre affascinato dall’essere umano, che ha costantemente indagato nel suo percorso creativo, realizza opere che devono essere ammirate con il cuore, piuttosto che con gli occhi e il cervello, per farsi rapire senza (necessariamente) capire.
Hanno scritto del suo lavoro:
Piero Gambassi, Nicola Nuti, Valerio Vallini, Nicola Micieli, Romano Masoni, Luciano Della Mea, Silvia Bottinelli, Marco Giovenale, Antonella Serafini, Antonio Bobò, Sandro Parmiggiani, Fabrizio Mugnaini e Claudio Crescentini.
Fulvio Leoncini dipinge la follia. Non solo questa, di essere artista, ma anche quella “vera”, di chi soffre rinchiuso e nascosto nella propria mente. Dipinge i sogni, i desideri; dipinge le assenze, i fantasmi della storia e della memoria.
Fin dalle sue prime esperienze espositive, è stato chiaro che l’artista si stava radicando in una sorta di denuncia esistenziale avendo chiaro che il nostro tempo è, non solo per la sua opera, un involucro che tutto contiene e annulla. Dunque, negli anni ha trasportato ogni storia in un corpo e ha dato un corpo ad ogni storia: possibile che in lui resista l’illusione di salvare qualcosa o qualcuno con una presa di coscienza univoca, attraverso una pittura di contenuto che contiene pittura?Nicola Nuti